Il volto, in terracotta, della dea Astarte/Afrodite (compagna di Baal del Kothon, signore delle acque marine e sotterranee) è venuto alla luce durante l’ultima campagna di scavi condotti sull’isola di Mothia dalla missione dell’Università “La Sapienza” di Roma coordinata dal professor Lorenzo Nigro.“Dopo tanti anni di scavo – dice Nigro – la continuità della ricerca archeologica ha portato il suo frutto. Il ritrovamento ci ha mozzato il fiato: la dea ci si è mostrata così, in tutto il suo splendore, dieci anni dopo che era stato scavato il suo tempio e che si era capito, prima dai ritrovamenti, poi da due iscrizioni, che era dedicato proprio ad Astarte/Afrodite. Un’Astarte celeste, astrale (come indica la rosetta dorata) e marina (come indica il delfino), signora della vita, della riproduzione, dell’amore, ma anche del mare e della navigazione, delle acque dolci e di quelle marine, che i Fenici attraversarono per unire le culture dei popoli del Mediterraneo”.
Dagli scavi di Mothia torna alla luce il volto della dea Astarte/Afrodite
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